Il tuo sito web è uno strumento che ti aiuta a conoscere meglio il tuo pubblico, ti fornisce dati che puoi sfruttare nella tua strategia commerciale e aiuta la tua impresa a costruire autorevolezza e identità online.
Questo se, oltre a essere stato progettato bene, è anche sfruttato bene!

In questo articolo ti parliamo delle potenzialità del tuo sito web, così puoi capire se è stato costruito bene e se lo stai usando al meglio.

Il sito ha bisogno di manutenzione!

Hai un sito bellissimo: ha una grafica moderna, accattivante, i testi sono originali e curati. Ma non converte. Riceve pochissime visite al mese, non genera contatti e ti sembra di avere buttato via i soldi spesi per realizzarlo e pubblicarlo.

Questo succede perché il sito non è un prodotto one-shot: paghi qualcuno che lo fa, lo pubblica, ed è finita lì. Per essere indicizzato da Google, e quindi proposto agli utenti come valida risposta alle loro ricerche online, il sito ha bisogno di manutenzione e aggiornamenti.

Una parte del sito deve rimanere costante e uguale nel tempo – homepage, pagine dei servizi, pagina dei contatti – per risultare riconoscibile e affidabile a Google. Una parte, invece, deve essere costantemente aggiornata, e questa parte è costituita dal blog. Entrambe poi, devono essere progettate e riempite di contenuti in ottica SEO, cioè i testi devono seguire precise regole per “funzionare” sui motori di ricerca.

Questo doppio lavoro, manutenzione e produzione di contenuti originali per il blog, deve essere costante per produrre risultati, e deve seguire una strategia di comunicazione che si sposa con le eventuali campagne di pubblicità online.

Indicizzazione geografica

Se la tua attività ha bisogno di essere riconosciuta a livello locale ci sono molti accorgimenti tecnici e contenutistici da mettere in pratica.

Lo sapevi che se non metti l’indirizzo nel footer il tuo sito potrebbe non comparire nelle ricerche di utenti che si trovano vicino a te o cercano attività come la tua nella tua città?

Google tiene sempre più conto dei fattori geografici nelle ricerche degli utenti, sempre in ottica di fornire loro un servizio migliore. Facciamo un esempio banale: se cerco una pizzeria e mi trovo a Modena, sarà abbastanza inutile che nella prima pagina di Google compaiano solo risultati di Parma, Bologna o Reggio Emilia.

Se il tuo mercato ha quindi una forte componente local è importante compiere tutte le azioni che favoriscono la local SEO (Local Search Engine Optimization). Azioni che includono aspetti tecnici del sito e aspetti contenutistici, come testi e keywords.

Inoltre, dobbiamo considerare che un altro motore di ricerca molto usato è Google Maps: Maps ti dà la possibilità di gestire un Profilo dell’Attività, che si può collegare al tuo sito web, e che ti aiuta a essere indicizzato a livello local.

Il sito web risponde al pubblico

Siamo abituati a pensare che vendiamo un prodotto, o un servizio, e partiamo da quello per promuoverlo.

Nel web funziona esattamente al contrario: prima bisogna testare le esigenze del pubblico, con strumenti e analisi specifiche, e poi in base ai risultati costruire la propria strategia di marketing digitale.

È dal pubblico, e dalle ricerche che fa online, che devono partire le nostre proposte.

Sembra facile da capire ma non lo è altrettanto da mettere in pratica. È una metodologia di comunicazione e promozione che prevede umiltà e flessibilità, e comporta un atteggiamento molto adattabile nei confronti del proprio lavoro.

Se si decide di investire in un’identità e in un piano di marketing digitali, si deve essere pronti ad ascoltare il pubblico e a fare dei cambiamenti. Potremmo scoprire che gli utenti di Google cercano su internet un servizio che noi abbiamo sviluppato poco perché non ci interessava farlo, ma che potrebbe rivelarsi la chiave di volta per conquistare grandi numeri sul web.

Il sito web come fonte di informazioni

Se il sito è debitamente controllato e analizzato fornisce dati sui reali bisogni e comportamenti degli utenti online. Dati che possono dare suggerimenti utili sulle strategie commerciali da adottare.

Un esempio concreto? Un cliente Agire che vende serramenti ha sempre puntato su uno specifico brand, ma il comportamento degli utenti sul sito ha rivelato una netta preferenza per un altro. Scaricavano le brochure di quello specifico brand più dell’altro, passavano più tempo sulle pagine dedicate a lui invece che all’altro.  Abbiamo quindi fatto una specifica azione di marketing sul quel marchio con ottimi risultati.

Come abbiamo detto prima, il sito risponde alle ricerche degli utenti: possiamo pensare di essere forti su un certo servizio o prodotto, ma se vediamo che il pubblico ne cerca un altro, dobbiamo rivedere le nostre posizioni. Attraverso il sito gli utenti ci dicono che cosa vogliono, sta a noi cercare una risposta alle loro specifiche richieste.

Il tuo sito web rispecchia queste caratteristiche?
Se non ne hai la certezza chiedi un audit del tuo sito: individuiamo i punti deboli e li risolviamo uno a uno!

 

La newsletter è uno strumento spesso considerato a margine della propria strategia di marketing: una spesa accessoria del piano di comunicazione. Ma considerare la newsletter una spesa e non una risorsa è molto limitante.

Anche inviare newsletter senza una precisa strategia, solo quando c’è una particolare offerta in corso o quando si ha tempo di scriverne una non serve a molto.

Integrarla nella propria comunicazione, sfruttarla con metodo e pianificazione, invece, può portare ottimi risultati.

Soprattutto perché la newsletter è un canale di comunicazione diretto con i propri clienti, un canale in cui possiamo dire quello che vogliamo senza preoccuparci di privacy policy o regolamenti esterni. La newsletter ti permette di dire quello che vuoi e quando vuoi al tuo pubblico. Ti permette di creare messaggi specifici per categorie di lead. Inserita in un piano di comunicazione strategico è un’arma potente che merita di essere sfruttata a dovere!

Newsletter e DEM: quali differenze?

Cominciamo con il distinguere la newsletter dalla DEM (Direct Email Marketing).

La newsletter è periodica: per quanto possibile rispetta una scadenza, che può essere mensile, quindicinale o settimanale, a seconda delle risorse che servono per spedirla e dei contenuti disponibili.
La DEM è una mail inviata una volta sola con una specifica offerta. In pratica una mail inviata agli iscritti a una lista con fini commerciali.

L’una, ovviamente, non esclude l’altra. Newsletter e DEM si possono integrare tra loro in un programma di comunicazione chiaro e dagli obiettivi ben definiti.

A che cosa serve una newsletter

La newsletter veicola al proprio pubblico dei contenuti: questi contenuti ovviamente devono essere percepiti dai destinatari come interessanti, come novità di settore o innovazioni aziendali.

Si può sfruttare per

  • consolidare la propria autorevolezza
  • aumentare il traffico al sito
  • aumentare le vendite
  • fidelizzare i clienti.

Siamo noi a decidere quante volte mandarla, se mandarla identica a tutti gli iscritti oppure dividere questi ultimi in categorie precise, ognuna destinataria di un messaggio specifico.

Bisogna avere ben chiaro quali e quante risorse si possono dedicare alla newsletter, e poi definire quali obiettivi vogliamo raggiungere. In seguito, si imposta la periodicità e si stila un piano editoriale.
Gli strumenti di invio delle newsletter ci permettono di avere moltissime informazioni: quante newsletter sono state inviate, quante sono state aperte. Chi si è disiscritto, chi ha cliccato su un link presente. Uno storico preciso di questi dati ci permette di conoscere meglio il nostro pubblico, e quindi di inviare comunicazioni più efficaci.

Un esempio concreto di una newsletter B2C: Xeven

Xeven è uno shop fisico e online specializzato in prodotti per cani, con tutti gli accessori che servono per fare sport con loro.

Per Xeven abbiamo progettato una newsletter in cui spieghiamo quanti e quali tipi di guinzagli ci sono in commercio, le loro caratteristiche e quali sono i più adatti per fare diverse attività con il cane, dal trekking alle passeggiate, dalla vita in città alla gita al mare.
Il suo pubblico è già estremamente targettizzato, quindi la newsletter è generica, uguale per tutti i contatti.

Ovviamente all’interno del testo della newsletter ci sono i link ai vari guinzagli di cui parliamo e che sono presenti nello shop. La newsletter può portare a immediate conversioni, perché qualcuno tra i lettori acquisterà un guinzaglio, ma anche nel caso in cui non lo facesse, abbiamo costruito autorevolezza del brand.

Xeven è competente. È generoso perché regala contenuti utili al suo pubblico. È utile. È un punto di riferimento.
La sua newsletter è costruita per diventare un appuntamento fisso con il pubblico, per fidelizzarlo e aumentare gli accessi al sito.

La newsletter per il B2B

Ma la newsletter è uno strumento importantissimo anche per il B2B.

Per prima cosa si deve avere in atto una strategia di lead generation efficace, quindi campagne di advertising digitali so Google, LinkedIn, Facebook o qualunque altra piattaforma ospiti i potenziali lead.
I diversi lead devono poi essere targettizzati in modo da creare un pubblico definito per interesse e categorie, ognuna destinataria di una specifica newsletter.

La tua impresa utilizza la newsletter come strumento di marketing?

Non sempre si riconosce alla newsletter il suo potenziale, ma un piano di comunicazione e una strategia di marketing complete e ben strutturate la devono prendere in considerazione.

Se utilizzi già la newsletter ma pensi non sia progettata per permetterti di raggiungere i tuoi obiettivi, contattaci per parlarne insieme!

Perché fare pubblicità su Facebook? Perché insieme alle campagne di Google Ads, quelle di Facebook Ads sono la strada più scientifica per fare pubblicità.
Una volta posti gli obiettivi di una campagna pubblicitaria, questa campagna è misurabile in ogni suo aspetto.

Le metriche che puoi monitorare ti indicano quante persone hanno visto la campagna, quante l’hanno cliccata, quante hanno portato a termine un acquisto (se la tua pubblicità puntava a quello).

Metriche che ti indicano precisamente se stai facendo bene o male, e qual è la strada migliore da seguire per raggiungere i tuoi obiettivi.

Quali pubblicità funzionano? Quelle che puoi misurare!

Ci sono molti modi di fare pubblicità: spot televisivi, spot radiofonici, affissioni, espositori da vetrina, pubblicità online.

Le campagne pubblicitarie online, che si tratti di Facebook, Google o LinkedIn, hanno un grandissimo vantaggio rispetto alle altre: sono estremamente misurabili.

Pensiamo a un’affissione vicino a un semaforo: potremo avere dei dati su quante macchine transitano in quel punto della strada, e di queste quante si fermano al semaforo rosso e magari hanno più tempo per guardarsi intorno.
Ma questi numeri non ci dicono niente su quante persone abbiano effettivamente visto l’affissione, quante la leggano, quante capiscano il messaggio pubblicitario.
Siamo bersagliati da informazioni di qualunque tipo in ogni momento della giornata e la nostra concentrazione è molto bassa. Che possibilità ha una pubblicità generica, non indirizzata a noi, capitata sotto i nostri occhi mentre siamo impegnati a fare altro, di fare breccia nel nostro cervello?
Quante volte ci capita di guardare un’affissione senza in realtà vederla davvero?

Questo tipo di pubblicità non sono misurabili: non si può valutare il loro impatto e quindi il ritorno sull’investimento in modo sicuro e incontrovertibile.

Le campagne pubblicitarie digitali

Una campagna digitale seleziona a monte il pubblico, mostrando l’inserzione solo a un pubblico in qualche modo interessato al nostro prodotto o servizio.
Può essere un pubblico che ha già visitato il nostro sito, che interagisce abitualmente con la nostra pagina Facebook, che ha già acquistato da noi o che ha fatto ricerche su Google con parole chiave inerenti alla nostra offerta.
Possiamo sapere quante persone hanno visto l’annuncio, quante ci hanno cliccato sopra, quante hanno compilato un eventuale form per lasciare i loro dati.
Possiamo sapere chi ha messo prodotti nel carrello del sito ma non ha poi terminato l’acquisto (e possiamo mostrargli un annuncio ad hoc per spingerlo a farlo, le cosiddette campagne di remarketing).

Le possibilità di monitoraggio sono tantissime, e possiamo impostare quali parametri controllare in base agli obiettivi della nostra pubblicità.

Che cosa puoi misurare con una campagna digitale?

Quali sono i parametri che puoi misurare con una campagna digitale per capire quanto ti ha permesso di raggiungere o arrivare vicino ai tuoi obiettivi?

Copertura: il numero di persone che hanno visto il contenuto della tua pubblicità.

Impression: il numero di volte che una campagna pubblicitaria ha avuto la possibilità di essere visualizzata dagli utenti.

Clic: il numero di clic sui link all’interno dell’inserzione che hanno reindirizzato il pubblico a prodotti o servizi, dentro o fuori Facebook.

CPC (Cost per Click): il costo medio di ogni clic sul link. Il CPC è una metrica usata per valutare l’efficienza e le prestazioni delle inserzioni. La metrica viene calcolata come l’importo speso in totale diviso per i clic sul link.

CTR (Click Through Rate): il rapporto fra il numero dei click generati da un annuncio e il numero delle volte in cui l’annuncio stesso è stato visto.

Conversion rate: la percentuale di visitatori unici che hanno effettuato la specifica azione che è l’obiettivo della campagna. Le conversioni sono le azioni completate dal cliente, come gli acquisti o le aggiunte al carrello su un e-commerce. O la compilazione di un form. Si possono monitorare grazie al pixel di Facebook, una riga di codice da inserire sul sito.

ROI (Return on Investment): il ROI misura il profitto generato da una campagna in relazione al suo costo di investimento e quindi misura la performance di una strategia di advertising. ROI = Utile/Costi dove Utile = Ricavo – Costi, ossia i ricavi al netto dei costi.

ROAS (Return On Advertising Spend): misura i ricavi lordi generati da ogni euro speso nella nostra campagna.

Tenere sotto osservazione questi parametri ti permette di sapere sempre e in qualunque momento in quale direzione sta andando la tua pubblicità. Quanto è in linea con i tuoi obiettivi, quanto è efficace per raggiungerli.

Se vuoi iniziare a fare pubblicità online su Facebook e Instagram con campagne efficaci e performanti contattaci!

 

La Lead generation è, letteralmente, la generazione di contatti. Contatti utili, contatti interessati e interessanti, quelli che più probabilmente diventeranno tuoi clienti.

Puoi fare Lead Generation in tanti modi: i contatti che si portano a casa dopo una fiera di settore sono frutto di un lavoro di Lead Generation, ma oggi sappiamo bene che non è sufficiente. La Lead Generation che sfrutta il web può diventare un costante flusso di contatti: vediamo come.

Che cos’è un Lead?

Un Lead è una persona che ha dimostrato abbastanza interesse per i nostri prodotti o servizi da condividere con noi i propri dati personali, come e-mail o numero di cellulare. È una persona che non ha ancora effettuato un acquisto, ma che rientra nel nostro target di riferimento e che ha compiuto un primo passo per diventare un cliente vero e proprio.

I Lead sono a tutti gli effetti clienti potenziali, interessati a quello che proponiamo loro e che hanno bisogno solo di una leggera spintarella per concludere un acquisto.

Cosa si intende per Lead Generation

Definito che cos’è un Lead, cosa si intende per Lead Generation?
La Lead Generation è l’insieme delle attività di marketing finalizzate a generare dei Lead, quindi dei contatti che possano trasformarsi in potenziali clienti.
La Lead Generation si può avvalere oggi di tecnologie in grado di raccogliere Lead in base a precisi criteri e informazioni.

Proprio in base alla tipologia di Lead raccolti si possono mettere in campo strategie di marketing e di vendita specifiche per ogni tipo di Lead, e per questo molto più performanti.

Come si fa Lead Generation

Come si fa Lead Generation?
Per prima cosa l’azienda che intende implementare strategie di acquisizione Lead deve avere una solida presenza digitale.
Il sito web è ovviamente fondamentale, come l’attenta gestione di tutti i canali digitali, come i profili social.

A questo si deve aggiungere una strategia di campagne di advertising, Google e/o social. I Lead possono arrivare anche dalla produzione di contenuti come i blog post sul sito o il piano editoriale sui social, ma rimangono numeri molto piccoli e sui quali è difficile fare previsioni o avere dati su cui costruire azioni di successo.
Le campagne di advertising digitale, invece, su Google, Facebook, LinkedIn o altri social, possono assicurare un’acquisizione di contatti continuativa e in target.
Definito il pubblico a cui la nostra campagna di Lead Generation si rivolge, decidiamo quali e quante campagne online attivare: la persona che clicca sul nostro annuncio si trova un messaggio costruito su misura per lei, con una call to action che invita a compilare un modulo online.

Questa persona entra a far parte delle liste di contatto costituendo una lead

Lead magnet: do ut des

Ma che cosa si può fare per convincere una persona a lasciarci i suoi dati?
Un buon modo può essere quello di usare un Lead Magnet, cioè un incentivo gratuito che l’utente scarica dal sito web o dalla landing page di un annuncio, in cambio della compilazione di un form dove inserisce alcuni dati personali.

Possono essere contenuti di approfondimento, come e-book gratuiti, o di formazione, di risoluzione problemi. Incentivi che apportano contenuti di qualità al nostro target specifico.
Perché i nostri Lead Magnet abbiano successo è importante lo studio del nostro pubblico, per scoprire quali sono i suoi desideri e i suoi bisogni.

Ecco qualche esempio di Lead Magnet:

  • tutorial o video
  • e-book o guide PDF
  • corsi formativi
  • webinar
  • sconti o coupon
  • casi studio
  • report o ricerche
  • template.

Una volta ottenuti i contatti, sarà compito dell’azienda occuparsi della loro gestione per far sì che si trasformino in preventivi e vendite. E che i Lead qualificati si trasformino in clienti.

Lead Generation Funnel: cos’è?

Per arrivare ad avere contatti qualificati, si deve costruire un vero e proprio percorso. Il Lead Generation Funnel è il processo a imbuto contenente tutte le fasi che l’utente deve superare per trasformarsi da Lead a cliente.
Un percorso che parte da un elevato numero di persone per poi ridimensionarsi fino a portare esclusivamente, se tutto è stato fatto bene, a individui realmente interessati e disposti alla conversione.
Il presupposto per la creazione di un funnel valido è la conoscenza del target, del pubblico a cui ci rivolgiamo con la nostra produzione di contenuti e le nostre campagne di advertising.

In questo modo si attrae il pubblico per poi passare alla fase di conversione, il momento in cui i visitatori cliccano su una CTA, compilano un form di contatto e inseriscono i propri dati personali in cambio dell’accesso a una risorsa gratuita (Lead Magnet).
Non tutte le Lead sono predisposte naturalmente a comprare subito un prodotto o iscriversi a un servizio. È compito dell’azienda curare le Lead ottenute per conquistare la fiducia nel cliente fino a portarlo all’acquisto.
Fidelizzare è l’ultima fase: il cliente non deve essere abbandonato dopo l’acquisto deve continuare a ricordarsi del brand, della sua affidabilità, fino a diventare addirittura un ambassador

Dove fare Lead Generation?

Abbiamo visto alcuni dei canali di marketing online e degli strumenti che servono a ottenere nuovi contatti di qualità, e questi valgono sia per il B2B che per il B2C.

  • Opt-in inseriti nel blog per scaricare risorse gratuite
  • Sito web aziendale ottimizzato SEO
  • Campagne di advertising su Google Ads e Facebook Ads
  • Social media
  • Landing pages con una chiara call to action
  • Form di contatto per richiedere informazioni specifiche
  • Form di registrazione o pop up, come quelle per iscriversi alla newsletter.

È ovvio che per funzionare si deve costruire una chiara strategia multichannel con una divisione delle risorse e dei budget disponibili. Stilare chiari obiettivi da raggiungere e costruire Buyer Personas affidabili sono le prime cose da fare insieme ai professionisti che si occuperanno poi di attivare le risorse utili, impostarle e monitorarle. 

Se vuoi mettere in atto una strategia di Lead Generation che ti porti contatti di qualità, contattaci! La costruiremo su misura per te.

 

Molti siti aziendali ospitano il blog, una sezione del sito dedicata a news di settore, aggiornamenti, promozioni. Ma è davvero così importante avere il blog aziendale?

La risposta è sì, senza dubbio.

Detto anche corporate blog, il blog aziendale assolve a una serie di funzioni importantissime per generare traffico e costruire una solida reputazione digitale, e in questo articolo le andremo a vedere in dettaglio.

Breve storia del blog

Alcuni brand, forse perché hanno ancora una percezione del blog legata ai suoi inizi, fanno fatica a chiamarlo così. News o magazine sono altri nomi che incontriamo spesso, ma indicano tutti la stessa cosa: una sezione del sito dedicata agli approfondimenti e alle novità di settore.

Quando i blog sono nati, nel 1997, si chiamavano weblog. Quello considerato ufficialmente il primo blog della storia di Internet fu aperto da Jon Barger, commerciante appassionato di caccia, che voleva uno spazio in cui condividere link utili con chi aveva la sua stessa passione.

È solo nel 1999 che prende piede l’abbreviazione blog, e che i contenuti pubblicati cominciano ad avere un aspetto più simile a quelli che conosciamo oggi.

Perché serve un blog?

Perché il tuo sito web possa essere un potente mezzo di marketing, deve essere visitato dagli utenti.

Ma come funziona il percorso che porta un utente su un sito? Siamo portati a pensare che un utente digiti direttamente l’URL del sito, atterri sulla homepage e da lì inizi a navigare tra le varie pagine.
In realtà è davvero raro che succeda così: gli utenti fanno ricerche sui motori di ricerca, Google in testa, digitando specifiche parole chiave.
Google scandaglia il web e propone diversi siti come risposta alla ricerca, quelli che ritiene rispondano meglio alla ricerca dell’utente.

Quali sono i criteri che spingono Google a mettere nelle prime posizioni un sito? La presenza di annunci pubblicitari, la SEO del sito e i contenuti aggiornati come gli articoli del blog. L’utente, infatti, può atterrare sul nostro sito direttamente su una pagina del blog.

L’algoritmo di Google privilegia siti web con contenuti aggiornati: se il sito è statico e non si arricchisce mai perde posizioni.

Articoli del blog e intento di ricerca

Studiando gli intenti di ricerca degli utenti, si possono costruire articoli ad hoc che rispondono proprio alle loro domande, intercettando un traffico estremamente in target. Non è quindi una sezione da riempire senza una strategia, con contenuti scelti sulla base di quello che fanno i competitor o con il primo argomento che viene in mente per quel mese.

Gli articoli si devono basare sulle ricerche degli utenti: se non ci sono ricerche degli utenti online su un argomento, il relativo articolo del blog cosa mai andrà a intercettare?
Ci saranno sicuramente dei casi in cui il nostro articolo potrà essere un apripista per un determinato argomento. Magari una novità di settore di cui siamo tra i primi a parlare, o un nuovo trend che abbiamo individuato e che proponiamo nel nostro blog. Ma questa non deve essere la regola: meglio alternare i tipi di contenuto.

Il blog quindi assicura visibilità online, ma non solo: ci permette di mostrare la nostra competenza in riferimento al nostro settore. Se gli utenti interessati al nostro settore di business trovano online risposte alle loro domande e approfondimenti nel nostro blog, la nostra autorevolezza di brand aumenta.

In questo senso il blog diventa una vetrina delle competenze aziendali.

Blog e Lead Generation

Il blog non deve essere necessariamente legato alle vendite e alla promozione del marchio.
Come abbiamo visto, è uno strumento che serve ad aumentare l’autorevolezza del brand: creando contenuti di approfondimento su argomenti inerenti al nostro settore dimostriamo di essere competenti e autorevoli.

Una volta che gli utenti sono sulla pagina del nostro articolo di blog, sta a noi, con un web writing capace, link interni ed eventuali form di contatto, come per esempio di iscrizione alla newsletter, ottenere i loro dati o farci contattare. In questo modo un corporate blog diventa un canale importante per la Lead Generation.

Blog e social

Creare contenuti per i social porta via molto tempo: gli articoli di blog sono importanti anche da questo punto di vista perché possono essere scomposti e rielaborati in più post da pubblicare sui canali aziendali, con call to action che rimandano al sito per approfondire.

Come devono essere gli articoli del blog aziendale

Il blog non è uno spazio di vendita diretto, ma uno spazio di informazione, di relazione e di dialogo.
I blog post, cioè gli articoli del blog, non devono essere contenuti prettamente pubblicitari ma informativi. E devono superare le 350 parole, o Google non li reputerà di valore.
Devono essere scritti in ottica SEO, quindi con tutti gli accorgimenti necessari per andare incontro agli algoritmi dei motori di ricerca. Senza dimenticare le pratiche del web writing, perchè la scrittura indirizzata al web è molto diversa da quella pensata per la carta stampata.

Quando pubblicare gli articoli

Un blog che funziona deve essere uno spazio curato, con un piano editoriale che ne indichi la linea editoriale, il tipo di contenuti e la frequenza di pubblicazione.

È sempre difficile dare numeri precisi, e assicurare che funzionino: la frequenza di pubblicazione dipende da un grande numero di fattori. La cadenza mensile è però il minimo da cui partire, e si valuta caso per caso, in base alla strategia di comunicazione del brand e alle risorse disponibili, se è sufficiente oppure no.

Alla domanda quindi: ma il blog serve davvero? abbiamo risposto subito di sì e spiegato nel dettaglio perché. Per iniziare a progettare contenuti di valore per il tuo blog, contattaci!

 

Smiling International School, Ferrara

Aumentare il numero degli iscritti.
Ma anche rendere più snella la struttura del sito per garantire agli utenti una buona usabilità.

Queste erano le principali esigenze di Smiling International School, scuola bilingue di Ferrara, quando si è rivolta ad Agire.
Il piano d’azione è stato quindi quello di effettuare un importante restyling del sito, per poi procedere a progettare e avviare campagne Google Ads e Social con l’obiettivo di aumentare il numero degli iscritti.

Ma vediamo nel dettaglio che cosa abbiamo fatto per permettere al cliente di raggiungere i suoi obiettivi.

Il cliente: scuola bilingue a Ferrara

Smiling International School è una scuola bilingue con sede a Ferrara. L’italiano e l’inglese sono le lingue usate per insegnare il curriculum ministeriale, mentre lo spagnolo e il cinese vengono insegnate come lingue straniere.
La scuola accoglie gli studenti lungo tutto il percorso scolastico, dalla Scuola dell’infanzia fino al Diploma. Una scuola internazionale che ha fatto dell’innovazione il suo punto forte, e che aveva quindi bisogno di un sito dinamico, di facile navigazione, accattivante e completo.

Inoltre, il nuovo corso di studi appena inaugurato, l’Istituto Tecnico Informatico, aveva bisogno di una strategia di marketing e comunicazione che lo facesse conoscere al pubblico e raccogliesse il numero di iscritti necessario per farlo partire.

Quali esigenze ha una scuola bilingue?

Le esigenze di una scuola bilingue, nel caso specifico di Smiling, erano quelle di avere un sito chiaro e fruibile per i genitori che avevano figli già iscritti alla scuola.
Ma allo stesso tempo doveva essere un sito accattivante ed esauriente per i genitori che cercavano online un percorso di studi per i propri figli. Nonché di essere in prima pagina nella SERP di Google.

Per fare questo sarebbe stato necessario migliorare l’usabilità del sito, renderlo mobile friendly e allo stesso tempo mantenere tutte le sezioni e le info che servono ai genitori: una gran mole di contenuti da organizzare e allo stesso tempo ottimizzare in ottica SEO.

Tutto questo senza tralasciare il tono di voce dei testi: la scuola aveva bisogno di un tono chiaro, preciso e diretto, senza per questo perdere autorevolezza e solidità.
La scuola aveva necessità di presentarsi ai nuovi genitori che sarebbero atterrati sul sito come la scelta migliore per il futuro dei propri figli.

E, in ultimo, anche se non per importanza, aumentare il numero degli iscritti in tutti gli ordini scolastici, ma soprattutto promuovere il nuovo indirizzo, l’Istituto Tecnico Informatico.

Restyling del sito web

Abbiamo riorganizzato la struttura del sito perché fosse facilmente navigabile, con i cicli scolastici ben distinti, per facilitare sia gli utenti nuovi che atterrano sul sito per la prima volta, sia i genitori e gli studenti che devono consultarlo per cercare materiali e informazioni.

Per quanto riguarda le immagini del sito, in contesti come questo si usano spesso immagini da stock. Banche dati come Shutterstock e iStock possono fornire tutte le immagini che servono. Ma non era sicuramente la scelta migliore per un contesto come questo.
I genitori che sarebbero atterrati sul sito avrebbero voluto vedere foto degli spazi reali della scuola, luoghi affascinanti e che includono ampi spazi verdi.
Le foto sarebbero state una parte importante della brand identity del cliente, a cui abbiamo proposto il servizio fotografico che ha completato la progettazione e realizzazione del sito web.

Tutti i testi e la struttura stessa del sito sono stati ottimizzati in ottica SEO per aiutare l’indicizzazione anche in organico.

Le campagne di advertising Google Ads

Sono state attivate 5 tipologie di campagne con obiettivi diversi.

  • Campagne Google Ads Display con obiettivo di branding
  • Campagne Google Ads Search su tutti i gradi scolastici
  • Facebook Ads con obiettivo di conversione per tutti i gradi scolastici
  • Campagne Facebook Ads obiettivo copertura per summer camp
  • Campagne Facebook Ads obiettivo copertura per gli open days.

Le campagne sono state costantemente monitorate nel tempo dai campaign strategist, aggiustate e modificate per ottimizzare i risultati. Agire è Google Partner certificata, e può quindi avvalersi di tutte le risorse disponibili perché le campagne di advertising funzionino al meglio.

Tutto il team Agire ha imparato molto da questa esperienza, che ha inaugurato collaborazioni importanti nel settore dell’istruzione privata bilingue.

Ti sarà capitato di parlare con agenzie di comunicazione che si definiscono Google Partner, o di avere visto il logo su qualche pagina web.

Ma che cosa significa esattamente quando un’agenzia è Google Partner? È un valore aggiunto per l’agenzia e il suo lavoro?
La risposta è sì.

Un’agenzia Google Partner assicura ai suoi clienti standard di lavoro eccellenti riconosciuti da Google e molto altro.
Ma vediamo nel dettaglio come si ottiene questa partnership e quali sono i vantaggi per i clienti.

Come si diventa Google Partner?

Ci sono 3 fondamentali parametri da rispettare per diventare Google Partner.

  • Bisogna studiare e superare gli esami di Google (esami in cui è impossibile barare), diversi e nuovi ogni anno.
  • Bisogna dimostrare che i propri clienti producono un volume di spesa di 40.000 dollari ogni 90 giorni (oggi sceso a 10.000 causa pandemia e relativa crisi economica, ma è un valore che tornerà a salire).
  • I rendimenti delle campagne di advertising in essere sono ottimizzati sulla base di strumenti interni a Google.

Questi tre parametri insieme, oltre alla presenza di un numero minimo di strategist (persone con la certificazione Google ad attestarne le capacità) rendono l’agenzia Google Partner.

Per verificare che un’agenzia di comunicazione sia davvero Google Partner come sostiene, deve avere il logo ufficiale della partnership che, una volta cliccato, porta al link ufficiale assegnato da Google all’agenzia con la certificazione.

La partnership non viene assegnata una volta per tutte: deve essere mantenuta nel tempo. Gli esami si ripetono ogni anno il volume delle campagne deve rimanere sopra ai limiti imposti da Google e i rendimenti devono sempre essere ottimizzati.

Quali sono i vantaggi per i clienti?

Quando scegli un’agenzia di comunicazione Google Partner hai dei vantaggi che si riversano sui risultati delle tue campagne digitali:

  • sai che le campagne sono seguite da specialisti certificati che hanno un tipo di supporto superiore a loro riservato da parte dello staff di Google. Si possono confrontare direttamente con Google sui dati raccolti e le strategie da mettere in atto. Un supporto che il cliente finale da solo non può avere.
  • I partner rinnovano ogni anno le certificazioni, quindi sai che sono sempre aggiornati sulle novità.
  • I partner sono informati in anticipo dei cambiamenti importanti della piattaforma Google Ads e riescono così ad anticipare variazioni, fare modifiche e correzioni nelle campagne per mantenere alti i rendimenti.

Agire è Google Partner

Agire è Google Partner, e puoi verificarlo  in qualsiasi momento.
Abbiamo a disposizione 3 strategist certificati Google che si dedicano alla progettazione e al monitoraggio delle tue campagne in modo che abbiano sempre rendimenti ottimali.

Vuoi sfruttare Google Ads per raggiungere i tuoi obiettivi di marketing? Chiedici come fare e costruisci la tua strategia di advertising con Agire!

 

 

Che cosa sono esattamente le campagne di remarketing? E come si possono sfruttare all’interno di una più ampia strategia di marketing?

Soltanto il 2% degli utenti che visitano un sito web concludono la loro visita lasciando i propri dati o acquistando un prodotto o servizio. Il remarketing, o retargeting, è una forma di pubblicità che va a recuperare quel 98% di utenti la cui visita al sito web non si è tradotta in conversione.
Quante volte ci capita di visitare un sito web, cliccare su un prodotto, addirittura metterlo nel carrello e poi abbandonarlo. E dopo incontrare annunci pubblicitari che ci invitano a terminare l’acquisto, o ci informano che proprio per quell’articolo avremo una speciale promozione o le spese di spedizione gratuite?

Ecco, quelle sono campagne di remarketing.
Annunci costruiti ad hoc per intercettare gli utenti che hanno già compiuto un’azione sul nostro sito – visitarlo, navigarlo, cliccare – e riportarli sul sito per terminare l’azione e trasformarla in conversione.

Me vediamo nel dettaglio come funzionano le campagne di remarketing e perché sono così importanti.

Perché fare remarketing?

A cosa serve il remarketing?
Le campagne di remarketing sono indirizzate a un pubblico specifico, un pubblico che ha già dimostrato interessamento al tuo brand e al tuo prodotto. Hanno visitato il tuo sito ma non hanno portato a termine l’azione che tu desideravi da loro: l’acquisto di un prodotto, una richiesta di preventivo, la compilazione di un form.

Il recupero di questo tipo di clienti, tracciati e “ripescati dal web”, è una delle strategie pubblicitarie con ROI più elevato, per questo è anche una delle più interessanti.
Sfruttandola bene e impostando correttamente gli annunci potrai:

  • recuperare clienti che non interagiscono con il tuo brand da lungo tempo
  • abbassare il tasso di abbandono del carrello nel caso di un e-shop, o aumentare il carrello medio
  • promuovere offerte strutturate ad hoc per specifici clienti
  • fidelizzare gli utenti che hanno già effettuato un acquisto e fare brand awareness.

Come funzionano gli annunci di remarketing?

Quando visitiamo un sito web ci viene chiesto di accettare o rifiutare i famosi Cookies. Sono piccoli file situati sul browser dell’utente che tengono traccia dei suoi comportamenti sul web, ovviamente in modo anonimo.
Questi cookies interagiscono con specifiche porzioni di codice del nostro sito web, che traccia se l’utente ha messo un prodotto nel carrello, se ha cliccato su un’offerta, se si è iscritto alla newsletter.

Possiamo decidere quale comportamento monitorare, inserire nel nostro sito i relativi codici, e poi costruire campagne di remarketing ad hoc basate proprio su questi comportamenti. 

Un esempio. Hai messo un prodotto nel carrello? Su Facebook incontrerai un annuncio specifico che ti dice che di quel prodotto ce n’è rimasto uno solo, se non ti sbrighi lo perderai. Ecco, questo è un annuncio di remarketing impostato sulla piattaforma di Facebook Ads. 

Dove si fa Remarketing?

Le piattaforme più utilizzate per le campagne di remarketing sono Facebook Ads e Google Ads. Anche Twitter e LinkedIn danno la possibilità di fare remarketing.

Google permette di raggiungere il pubblico in una logica multicanale: gli annunci possono essere visti su Google, Youtube e tutti i siti che fanno parte della grande rete Display di Google.

Gli annunci di Facebook, invece, sono limitati al social network.
Gli annunci di remarketing su Facebook rispondono però a una domanda scottante: ha senso fare campagne social per il B2B?
La risposta è : chi ha visitato il tuo sito e ha un account Facebook sarà raggiungibile dalla tua pubblicità anche su quella piattaforma.

Non importa che Facebook non sia un canale adatto al tuo business, con il remarketing si vanno a colpire clienti che già ti conoscono, che hanno già dimostrato interesse per te. E che quindi sono più suscettibili a un’offerta specificamente dedicata a loro! 

Le campagne di Remarketing sono uno strumento davvero promettente per la strategia digitale di qualunque tipo o settore di business. Contattaci se vuoi saperne di più!

Le campagne digitali: pubblicità online alla massima potenza

Che cosa significa fare una campagna digitale? O una campagna di advertising o fare adv online? Sono molti modi di dire la stessa cosa, cioè la creazione e messa in opera di una strategia pubblicitaria su diversi canali o piattaforme digitali, come Google, Facebook, LinkedIn o Pinterest.

In questo articolo vedremo quali sono i diversi tipi di campagne digitali, quali obiettivi permettono di raggiungere e quanto sono efficaci.

Il ROI delle campagne digitali

Le campagne digital sono lo strumento ad oggi più efficace di pubblicità che si possa fare: permettono di raggiungere target molto specifici con contenuti mirati e sono costantemente misurabili nei risultati.
Si tratta di campagne che possono essere costantemente modificate per migliorare le performance alla luce delle statistiche che le piattaforme mettono a disposizione in tempo reale.

Di conseguenza le campagne sul web risultano essere le uniche che permettono di calcolare precisamente il ROI (Return on Investment, ritorno sull’investimento).
Con le campagne digitali si possono identificare capillarmente quali azioni hanno generato una vendita o un contatto di un potenziale cliente.

Come si fanno le campagne: le professionalità coinvolte

È facile fare pubblicità online?

Una sponsorizzata su Instagram la può fare chiunque: se hai un account business o creator o una pagina Facebook, è lo stesso Facebook a proporti di sponsorizzare un post per raggiungere una fetta più ampia di pubblico.
Tuttavia, facendolo in autonomia, si rischia di disperdere budget e di non inserire le attività di advertising all’interno di una strategia di medio-lungo periodo, oltre alla difficoltà oggettiva nel districarsi tra i parametri e le impostazioni di piattaforme sempre più complesse e professionali.

Per impostare campagne digitali di successo occorre integrarle in una strategia di crescita con obiettivi specifici e calcolabili da raggiungere nel medio e lungo periodo.

Di conseguenza le figure coinvolte per creare una campagna digital efficace sono davvero tante.

Il campaign strategist è colui che definisce i parametri della campagna: il suo compito è massimizzarne l’efficacia. Si preoccupa di controllare che gli annunci rispettino la policy della piattaforma di riferimento e tiene monitorati i risultati della campagna intervenendo quando necessario.

I contenuti degli annunci sono creati da due figure che collaborano a stretto contatto: il copywriter e l’art director: hanno il compito di unire parole e immagini per creare contenuti efficaci, che convertono visualizzazioni in acquisti o contatti.

Se poi il contenuto non è semplicemente grafico ma, ad esempio, fotografico o video, allora intervengono anche fotografi e videomaker.

La creazione di una campagna pubblicitaria deve centrare tre precisi obiettivi: rispettare il budget del cliente, rispettare la policy della piattaforma su cui è ospitata e…ottenere i risultati che ci si propone di raggiungere.

Campagne Google

3,5 miliardi di ricerche ogni giorno: sono questi i numeri che riporta Google.
Di queste ricerche, che aumentano del 10% ogni anno, il 35% riguarda prodotti, e il 34% riportano la keyword “vicino a me” (che si traduce con una visita in un negozio fisico).
Degli utenti che effettuano queste ricerche il 92% sceglierà come risposta un link trovato nella prima pagina dei risultati proposta da Google.

La piattaforma online che permette di fare pubblicità su Google è Google Ads. Le campagne Google ti consentono un posizionamento tra le primissime posizioni tra i risultati di ricerca.

A seconda dell’obiettivo da raggiungere, le campagne di Google Ads si possono impostare per promuovere la tua attività. Puoi incentivare la vendita di prodotti o promuovere dei servizi, fare brand awareness o incrementare il traffico sul tuo sito web.

Con una campagna pubblicitaria Google puoi raggiungere le persone che hanno manifestato interesse per il tuo prodotto o servizio nel momento esatto in cui lo hanno fatto. Google Ads ti permette di targettizzare al massimo il tuo pubblico, raggiungendo persone che hanno manifestato specifici interessi ed escludendo gli altri. Si può scegliere, ovviamente, anche la zona geografica, con annunci di testo nella lingua del paese di destinazione.
Il pagamento avviene solo nel momento dell’interazione tra utente e annuncio: se l’utente clicca sull’annuncio o visualizza il video, allora si paga. Per questo è così importante che un annuncio sia efficace e porti a una conversione.

Dei vari tipi di campagna che mette a disposizione la piattaforma le più utilizzate sono:le campagne display e le campagne search.

Vediamole nel dettaglio.

Campagne Search

Le campagne Search sono le campagne con contenuti testuali che ti permettono di comparire tra le prime posizioni nella pagina dei risultati di ricerca Google.
Se la campagna incontra l’intento di ricerca del tuo potenziale cliente, l’annuncio viene proposto in prima pagina e in alto, sopra i risultati di ricerca. Le posizioni che catturano immediatamente l’attenzione del pubblico.
Questo tipo di campagne intercettano una domanda consapevole, ovvero raggiungono le persone che sanno già che tipo di necessità hanno e gli annunci search semplicemente rispondono a quel bisogno. 

Campagne Display

Le campagne Display, invece, propongono gli annunci agli utenti mentre navigano sul web. Gli annunci compaiono sulla Rete Display di Google, una grande raccolta di siti web, app per dispositivi mobili e contenuti video.

Gli annunci vengono visualizzati sulla Rete Display a seconda del tipo di segmenti di pubblico utilizzati nella campagna, normalmente le campagne Display vengono proposte per fare branding o creare una domanda quando questa non è ancora consapevole.

Campagne Facebook

Facebook Ads ti offre diversi tipi di campagne pubblicitarie che permettono di raggiungere diversi obiettivi. Dalla notorietà del brand alle visite al negozio fisico.

Lo strumento attraverso il quale si impostano e attivano le campagne è il Business Manager. È uno strumento molto delicato da usare: sbagliare le impostazioni iniziali, e magari non conoscere bene la policy che regola le sponsorizzate, può portare alla chiusura temporanea o permanente dell’account, caso che si verifica non così raramente.

Campagne di remarketing

Le campagne di remarketing sono una forma di pubblicità online che va a colpire gli utenti che hanno già svolto una precedente azione sui tuoi canali online.

Le campagne di remarketing possono portare un preciso messaggio pubblicitario indirizzato a chi ha visitato il nostro sito ma non ha comprato nulla, chi lo ha visitato, ha messo nel carrello un articolo ma poi non ha completato l’acquisto.
È una pubblicità che aiuta a raggiungere tutti gli utenti che non hanno trasformato la loro prima azione sul sito in un acquisto o una conversione, una percentuale che si aggira intorno al 92%.

Si possono attivare campagne di Remarketing anche sulla Rete Display di Google.

Agire Google Partner

Che cosa significa che Agire è Google Partner? Solo le agenzie di comunicazione che rispondono a determinati requisiti possono mostrare il badge Google Partner.

Questa partnership con Google dimostra che ad Agire è riconosciuta la capacità di massimizzare il successo delle campagne dei clienti e favorirne la crescita.
Il badge riconosce le competenze e l’esperienza nell’utilizzo della piattaforma Google Ads, validata dalle certificazioni Google. Assicura un canale di comunicazione privilegiato con Google e l’accesso alla formazione esclusiva di Google sulle novità della piattaforma, oltre che esclusivi vantaggi per i clienti, come voucher di 400€ per le campagne.

Contattaci per la tua pubblicità online!